Gianluca Pantaleoni resta ai domiciliari, il Riesame respinge la richiesta della difesa

L’avvocato Giovanni Cantelli: “Abbiamo 10 giorni per presentare ricorso”
Gianluca Pantaleoni resta ai domiciliari, con tanto di braccialetto elettronico. Il tribunale del riesame di Firenze ha respinto la richiesta avanzata dall’avvocato Giovanni Cantelli, il legale del poliziotto arrestato il 5 dicembre 2019 dalla squadra mobile di Pistoia, di far cessare la misura restrittiva.
I magistrati fiorentini, presidente Elisabetta Improta e giudice estensore Erminia Bagnoli, hanno quindi confermato l’ordinanza di misura cautelare contro la quale la difesa dell’ispettore della Polstrada di Lucca, aggregato al distaccamento di Montecatini Terme, aveva fatto appello, condannando l’appellante alle spese di procedura.
“Il dispositivo mi è arrivato solo oggie non contiene le motivazioni – spiega l’avvocato Cantelli -. Abbiamo dieci giorni per avere copia e fare ricorso”.
Gianluca Pantaleoni, prima associato al carcere di Pistoia, poi trasferito a quello fiorentino di Sollicciano, e rimasto fino ad ora ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico, ispettore della Polstrada e segretario nazionale del sindacato Uil Polizia, è accusato di una serie di reati: circonvenzione di incapace, riciclaggio, truffa e certificazioni false, corruzione per asservimento della funzione, traffico di influenze illecite, riciclaggio e autoriciclaggio e peculato. Tra le accuse mosse c’è anche quella di aver “tradito” i sui colleghi, fornendo, in cambio di favori i numeri delle targhe, i modelli e il colore delle auto civetta della questura di Pistoia.
L’indagine, che conta oltre 3mila pagine tra intercettazioni telefoniche e ambientali, portata avanti dagli investigatori della Mobile di Pistoia era iniziata a seguito di una segnalazione di anomali giri di denaro sui suoi conti correnti: circa 900.000 in tre anni.
Il vizio del gioco, una ludopatia compulsiva – anche se una perizia in tal senso non è stata mai autorizzata – sarebbe stata alla base della sua continua ricerca di denaro, avuto, secondo l’accusa, anche da malavitosi. Poi l’aver approfittato di una donna ipovedente, che si è costituita parte civile per il risarcimento dei danni, innamorata di Pantaleoni, che gli avrebbe dato 180mila euro.