Lucca: diminuiti i furti, più violenze domestiche e casi di infiltrazioni mafiose. Processi, aumentate le pendenze

Calano i nuovi procedimenti istruiti ma l’effetto coronavirus rallenta i tempi della giustizia
La pandemia fa diminuire i furti in abitazione ma fa crescere, per contro, le violenze domestiche. D’altro canto, invece, diminuisce anche il numero dei processi istruiti (soprattutto sul fronte civile) e si dilatano i tempi della giustizia. Sono alcuni dati emersi durante l’naugurazione dell’anno giudiziario 2021 questa mattina (30 gennaio) alla corte d’appello di Firenze.
La cerimonia, da remoto, è stata presieduta dal dottor Alessandro Nencini, presidente vicario della corte d’appello fiorentina. “Con la pandemia Covid – ha detto – , soprattutto per quanto concerne i processi penali, si doveva scegliere se arrendersi o inventare una vita giudiziaria diversa”. “Sono state necessarie energie non solo umane e professionali ma anche istituzionali, che potessero supportare i dirigenti degli uffici in questa attività di riorganizzazione integrale – ha aggiunto – . Se con l’emergenza Covid il processo civile ha sofferto di problematiche esclusivamente tecniche relative all’inadeguatezza dei mezzi di supporto, diverso è stato il discorso per il processo penale”. Processo penale, come precisato dallo stesso Nencini, che, pensato in presenza, è stato reinventato a distanza, non contemplato dalle norme in vigore.
Sui reati durante il lockdown è invece intervenuto il procuratore generale, Marcello Viola, che ha precisato che, nel primo semestre del 2020, sono diminuiti, soprattutto i furti nelle case, in conseguenza delle limitazioni imposte agli spostamenti. Un aumento, invece, dell’11%, è stato registrato per quanto riguarda la violenza in famiglia e i maltrattamenti, anche in presenza di bambini. “In tale ambito – ha precisato l’alto togato – continua a costituire eccellente esempio di collaborazione istituzionale, il protocollo d’intesa Codice Rosa, sottoscritto tra la Regione Toscana, la procura generale e tutte le procure al fine di garantire sul territorio in modo uniforme il miglior supporto alle vittime di violenza che accedono al pronto soccorso”.
E, sempre il lockdown, ha provocato l’aumento delle infiltrazioni mafiose. “La straordinaria liquidità di cui dispongono le associazioni criminali – ha spiegato Viola – ha consentito di potersi accaparrare numerose attività economiche legali in crisi di liquidità che, in una situazione di corrispondente crisi dei consumi, diventano facile obiettivo delle cosche”. Facile, per le mafie, quindi, inserirsi in attività in difficoltà economica.
Il procuratore della Repubblica di Lucca, dottoressa Lucia Rugani, si legge nella relazione della corte d’appello di Firenze, ha sostanzialmente riferito che le segnalazioni di operazioni sospette pervenute sono state poche (se non nulle), e comunque di scarsa rilevanza, comunicando che la guardia di finanza-nucleo di polizia economico-finanziaria di Lucca ha recentemente proposto l’attivazione di un processo di interscambio di dati che consenta di valorizzare, nell’ambito di procedimenti penali eventualmente già aperti, anche il contenuto delle segnalazioni non codificate come D2, per le quali è già previsto l’inoltro del contenuto alle autorità giudiziarie presso le quali risultano aperti fascicoli penali e che al riguardo è in corso lo studio di un protocollo. Al tribunale di Lucca risultano essere stati iscritti 7mila 285 procedimenti penali, di cui 6mila768 definiti, con una variazione annuale del -11,1% tra il 2019 e il 2020.
Sono diminuiti, nell’anno giudiziario 2019/2020 i processi pendenti, passati da 3mila672 a 3mila480. In calo anche i nuovi processi: rispetto all’anno precedednte i nuovi processi sono stati mille e 505 contro il rilevamento precedente di 2mila 331. I dati complessivi fanno registrare un incremento complessivo delle pendenze (+11,49% soprattutto relativi ai procedimenti di amministrazioni di sostegno che comportano numerose problematiche.
“A fronte della gravità della situazione generale – le parole del procuratore generale di Firenze Marcello Viola – oggi avrei voluto portare la toga nera, quella che magistrati e avvocati indossiamo tutti i giorni, in memoria e in segno di rispetto per le tantissime vittime di questa terribile pandemia. Tra le vittime della pandemia da coronavirus includo non solo i morti per causa del Covid, ma anche tutti coloro che sono stati colpiti dalla crisi dell’economia, che hanno perso il lavoro, che sono stati ridotti in povertà, i più giovani, coloro che hanno perso la speranza nel futuro. Cosa possiamo fare per aiutare l’Italia ad uscire da questa gravissima crisi, da questa tragedia collettiva? Mi permetto di citare Papa Francesco: Il tempo che abbiamo non è per piangerci addosso. Dobbiamo impegnarci per impedire che tutta questa sofferenza sia avvenuta invano“.