Assocarta e sindacati contro la nuova normativa Ue per gli imballaggi

La Commissione si pone l’obiettivo di ridurli, così come i prodotti monouso, a prescindere dalla loro funzione

“La proposta di revisione della normativa imballaggi, così come ad oggi formulata appare non corretta sotto il profilo dello strumento e dei contenuti”. Lo dicono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom, Assocarta e Assografici.

“Commissione, Parlamento e Consiglio stanno discutendo la revisione della normativa degli imballaggi: l’Italia può e deve giocare una partita di tutto rilievo, in considerazione degli obiettivi già raggiunti in materia”, affermano i firmatari della posizione inviata oggi ai ministeri competenti

La proposta di revisione sarà un regolamento, in quanto tale immediatamente applicabile in tutti i paesi membri, ma non tiene ad oggi conto delle differenze tra i vari paesi, anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio: il rischio è di mettere in crisi la nostra economia del riciclo, economia che genera stabile occupazione, ricchezza e crescita.

La Commissione, inoltre, si pone l’obiettivo di ridurre gli imballaggi, e i prodotti monouso, a prescindere dalla loro funzione d’uso (lotta allo spreco alimentare, tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e dell’integrità dei prodotti) e dalle motivazioni economico e sociali che ne determinano l’immesso in consumo.

“Nel rinnovare l’apprezzamento per le posizioni già espresse dai ministeri dall’intero governo sulla proposta di revisione della normativa sugli imballaggi, in occasione del Consiglio di marzo, chiediamo al governo di continuare a difendere il modello italiano di economia circolare, fatto di concretezza e votato all’economia del riciclo – affermano Cgil Slf, Fistel Cisl, Uilcom, Assocarta e Assografici nella posizione – Un modello che ha già dimostrato di saper conciliare proficuamente tutela dell’ambiente e mercato interno”.

Cgil Slc, Fistel Cisl, Uilcom, Assocarta e Assografici rappresentano una filiera che tutt’intera fattura circa 25 miliardi di euro (1,4% del Pil), con circa 160mila addetti e che è campione di circolarità con l’80 per cento di riciclaggio nel settore dell’imballaggio.

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