Con il traghetto da Palermo a Livorno, poi le rapine in trasferta: presa la banda

I banditi appena scesi al porto labronico noleggiavano un'auto e si dirigevano al nord

Con il traghetto, da Palermo, partivano alla volta di Livorno, e una volta sbarcati noleggiavano un’auto per dirigersi nel nord Italia, soprattutto nel Veneto, per mettere a segno rapine in villa.

La banda, però, stata sgominata: i carabinieri della compagnia di Misilmeri con i colleghi di Peschiera del Garda e di Brescia,  hanno arrestato i rapinatori in trasferta, che a fine maggio dello scorso anno, a Castelnuovo del Garda, nella provincia di Verona, avevano messo a segno una violenta rapina ai danni di una coppia di anziani, che furono legati e imbavagliati.

La gang, tutti uomo di età compresa fra i 20 e i 72 anni, residenti in Sicilia e nel Bresciano, sul conto dei quali sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza in relazione alla loro partecipazione, uno quale ideatore ed organizzatore e gli altri quali autori, è finita in carcere a seguito del provvedimento di custodia cautelare, che fa seguito a quello dell’aprile scorso quando i militari dell’Arma di Peschiera del Garda scoprirono che, fingendosi finanzieri, indossando sia una pettorina delle Fiamme Gialle che una placca distintiva al collo, simulavano un controllo della villa della coppia di anziani che, tratti in inganno dagli abiti e dal distintivo indossati dai due uomini, avevano consentito l’ingresso. Una volta all’interno i rapinatori, tre dei quali poi travisatisi con passamontagna, spingendo ed immobilizzando i coniugi sul divano con delle fascette da elettricista e piantonandoli con la minaccia di una pistola semiautomatica ed un taser, si impossessavano della somma di 500 euro in contanti, di una carabina e di una collanina d’oro strappata dal collo di uno dei coniugi. Successivamente, prima di darsi alla fuga, i rapinatori avevano imbavagliato le vittime chiudendole all’interno del bagno dello scantinato.

L’articolata indagine ha permesso di dare un volto ai banditi che, ora, sono reclusi nella case circondariali di Palermo – Pigliarelli e Brescia.

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