Non fa valere adeguatamente le ragioni della cliente in aula, avvocato la dovrà risarcire

Riconosciuto dal giudice civile di primo grado il grave inadempimento professionale in una causa di lavoro: risolto il contratto di mandato, c'è anche la 'perdita di chance'

Grave inadempimento professionale nel curare gli interessi del cliente. È questa la motivazione con cui il tribunale di Lucca ha risolto il contratto di mandato fra una donna e il suo avvocato.

La donna si era rivolta al legale per far valere le sue ragioni nei confronti del datore di lavoro presso cui aveva prestato l’opera per cinque mesi nel lontano 2009. La donna, consigliata dall’avvocato, aveva presentato le sue dimissioni per poi far valere le sue ragioni in tribunale. Ma dopo la soccombenza in primo grado sarebbe emerso, anche nella sentenza, una condotta negligente nell’impostare la linea difensiva tale da convincere la donna di presentare in sede civile domanda di risarcimento dei danni.

Il giudice, dottoressa Anna Martelli, ricostruendo la vicenda, ha in effetti riconosciuto la responsabilità del legale, soprattutto per l’assoluta genericità e indeterminatezza degli atti con cui ha impostato le richieste della donna nel giudizio contro il precedente datore di lavoro.

Per questo, accertato il grave inadempimento dell’avvocato (nel frattempo sostituito da altri in sede di appello e per i successivi affari legali), ha dichiarato risolto il contratto di mandato, con tanto di restituzione dell’anticipo di 700 euro già incassato. Non riconosciuto il danno patrimoniale e non patrimoniale per la mancata prova dello stesso, il giudice ha invece accolto la domanda di risarcimento da perdita di chance quantificato in 2200 euro più gli interessi dal momento della domanda al saldo. L’avvocato dovrà rifondere anche la metà delle spese di lite, quantificate in poco più di 3800 euro, più le spese generali.

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