“Va licenziato il carabiniere che ha sferrato il violento calcio”

E' la richiesta del Codacons. La senatrice Cucchi: "Episodi che infangano la divisa"

Molte, e inevitabili, le posizioni di condanna arrivate dopo il caso del carabiniere di Livorno che ha sferrato un calcio a un giovane fermato, il cui video, pubblicato sui social, è diventato virale.  Vicenda per la quale il comando dell’Arma ha fatto sapere del trasferimento, immediato, del militare ad un incarico non operativo.

calcio carabiniere fermato

Il giovane fermato, un 28enne della Tunisia che vive da tempo a Livorno, ha diversi precedenti e, poco prima, aveva messo a segno un furto in un supermercato: una volta scoperto aveva aggredito un vigilante per poi scappare. E proprio dall’esercizio commerciale era arrivata la segnalazione al 112. I militari lo hanno inseguito, e mentre il ragazzo è stato fermato da un carabiniere, è stato il secondo a dargli il calcio.

Violento calcio in faccia a un fermato, carabiniere trasferito immediatamente

Il Codacons, che ha presentato un esposto alla Procura, chiede il “licenziamento” dell’uomo, la senatrice Ilaria Cucchi si domanda “in quale dei manuali è previsto tale comportamento” mentre a Potere al Popolo spera in una “dura condanna da parte di tutte le forze politiche”.

“Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un episodio vergognoso, del tutto indegno di un paese civile – le parole del presidente del Codacons Carlo Rienzi -. La brutalità con cui il carabiniere ha aggredito il ragazzo rappresenta un pericolo anche sul fronte sociale, perché le immagini che hanno fatto il giro del web rischiano di avere un enorme potere diseducativo, incentivando e spingendo i giovani alla violenza. Nei confronti del carabiniere dovranno essere avviate le dovute azioni risarcitorie considerati anche i danni di immagine subiti dall’Arma”.

“La maggioranza degli operatori non si comporta così – commenta Ilaria Cucchi, sorella di Stefano morto in ospedale dopo il pestaggio avvenuto la sera del 15 ottobre 2009 nella caserma della compagnia Casilina  -la stragrande maggioranza degli operatori delle forze dell’ordine non si comporta certo in questo modo. Questi episodi ne infangano le divise anche perché sono veramente troppi. Chiedo alla maggioranza se per caso anche qui lo sferrare un calcio in faccia ad una persona ferma a terra sia in qualche modo previsto dai manuali operativi degli agenti delle forze dell’ordine e quindi legittimo”.

“Dopo il pestaggio di Milano da parte della polizia municipale ai danni di una donna trans – aggiunge Potere al Popolo della città labronica  – anche a Livorno, nella nostra città, i carabinieri intervengono prendendo a calci in faccia una persona immobilizzata. Aldrovandi, Cucchi, Marcello Lonzi, Maurizio Tortorici, i pestaggi e le morti nelle carceri durante la pandemia e nei centri per il rimpatrio sono alcuni dei nomi di una violenza di Stato che troppo spesso rimane impunita. Questo accade quando, in un paese dove la povertà è in aumento, si decide di affrontare la marginalità come un problema di ordine pubblico, dando mano libera e garantendo piena impunità a chi pensa di potere tutto solo perché veste una divisa. Non dimentichiamo le dichiarazioni di Salvini e Meloni contro il reato di tortura o il rifiuto di tutti i governi di destra, centrosinistra o grillini, di obbligare le forze dell’ordine ad avere i numeri identificativi sulla divisa. Ci aspettiamo una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, a partire da quelle che oggi sono al Governo e che siedono anche sui banchi del nostro consiglio comunale”. 

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