Violenza nel carcere di Prato: detenuto armato di bastone di ferro strappa a morsi un guanto ad un agente

Tre poliziotti della Penitenziaria sono finiti in ospedale. Il Sappe: "Intervenga il nuovo governo"

Prosegue inarrestabile la spirale di violenza nelle carceri toscaane, dove non passa giorno nel quale non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali Sappe dei poliziotti penitenziari.

L’ultimo grave evento è accaduto, come riporta il segretario regionale per la Toscana del sindacato autonomo polizia Penitenziaria Francesco Oliviero al carcere La Dogaia di Prato.

“Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti della Penitenziaria in Toscana. Questa volta è il personale in servizio a Prato ad essere stato aggredito. L’altra sera, un detenuto di origine nigeriana, già noto per i suoi comportamenti aggressivi, mentre veniva accompagnato nella sezione isolamento, si è scagliato contro i poliziotti nel reparto media sicurezza del carcere pratese. Il detenuto ha strappato a morsi il guanto ad uno degli agenti e ha cercato di colpirli con un bastone di ferro, ricavato da una finestra sfasciata dallo stesso, prima di essere placato. Solo grazie al professionale intervento di altro personale di Polizia Penitenziaria si è evitato il peggio. Tre sono stati gli agenti feriti con 7 giorni di prognosi. Non passa giorno che non venga registrato un episodio di violenza ai danni della Pizia Penitenziaria dei istituti toscani”.

“La brutale aggressione è sintomatica della diffusa insofferenza di una buona parte dei detenuti al rispetto delle regole –  denuncia il segretario generale del Sappe  Donato Capece -. Oggi in carcere i detenuti sono convinti di fare quel che vogliono, e di poter aggredire i poliziotti soprattutto, perché non ci sono regole certe che stroncano queste inaccettabili violenze. Fino a quando i vertici del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria pensano di continuare a restare a guardare questi gravi fatti con apatia ed indifferenza?”

“Fino a quando assisteranno a questo sfascio dell’ordine e della sicurezza interna provocato dal lassismo di decisione assurde e illogiche, come la vigilanza dinamica e soprattutto l’assenza di adeguati provvedimenti disciplinare e penali per chi aggredisce gli appartenenti al Corpo della Penitenziaria? – si chiede Capece, che nell’esprimere vicinanza e solidarietà ai colleghi di Prato come e quanto importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale –. Le donne e gli uomini  della Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti senza che il Ministero della Giustizia ed il Dap  adottino provvedimenti urgenti. Siamo al collasso! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti. Il personale è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è indignato che coloro i quali sono ai vertici della istituzione che rappresentano non assumano provvedimenti a tutela dei Baschi Azzurri. Pressochè quotidianamente gli agenti hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano con detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire anche lui, sul suo viso, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Aaenti in servizio dai detenuti più violenti. E allora ci si aspetta altro da chi è capo di un Corpo di polizia”.

Per questo Capece si rivolge direttamente a Giorgia Meloni, leader di Fratelli di Italia e Premier in pectore”: “Al nuovo ministro della Giustizia che verrà (e, immagino, al nuovo capo del Dipartimento, com’è nella logica dello spoil system, ossia la pratica politica per cui i vertici della Pubblica Amministrazione vengono sostituiti al momento dell’insediamento del nuovo governo) chiedo di avere quel coraggio che non hanno avuto i loro predecessori nel modificare l’insostenibile e pericolosa situazione delle carceri italiane. Non si può continuare così: la tensione che si vive nelle carceri è costante e lo sanno bene gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti. Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Toscana in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.